
Ginnastica mentale per chi usa troppo ChatGPT
L’esplosione dell’Intelligenza Artificiale generativa, in poco più di tre anni, ha prima condizionato e poi rivoluzionato il nostro modo di pensare, comunicare e apprendere.
Un’accellerazione digitale che ha portando alla luce la necessità di avvalersi di una ginnastica mentale per chi usa troppo ChatGPT.
L’importanza del senso della fatica.
Tra questi cambiamenti, strumenti come ChatGPT si sono affermati come alleati preziosi, offrendo un supporto concreto e tangibile
Da un recente articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica.it emerge che nei primi 4 mesi del 2025 il numero di utenti di ChatGPT è aumentato del 65%, mentre il tempo speso ad utilizzarla è più che raddopiato (118%).
Se da un lato offrono un accesso democratico senza precedenti a informazioni e supporto, dall’altro possono anche indurre a una dipendenza cognitiva.
Un aspetto che compromette il nostro senso della fatica e il nostro benessere mentale, essenziali per mantenere un certo livello di lucidità, creatività e pensiero critico.
Per esempio, si pensi al contesto giuridico, medico e della sicurezza.
“Ginnastica mentale per chi usa troppo ChatGPT” si propone di esplorare questa nuova realtà, evidenziando l’importanza di mantenere un equilibrio tra l’uso dell’Intelligenza Artificiale e la necessità di esercitare la mente in modo attivo, continuativo e consapevole.
In questo libro analizzo come lo sforzo cognitivo sia essenziale per evitare che un giorno, non troppo lontano, ci si trovi a chiedere a ChatGPT non solo quale gelato scegliere, ma anche quale sia la miglior risposta professionale,
Potremo rimanere assuefatti al punto che, ci dimenticheremo che domanda e offerta godranno degli stessi strumenti di lavoro.
È fondamentale, quindi, riscoprire l’importanza di esercitare la nostra mente per mantenere viva la creatività, il valore dell’imperfezione e il senso della fatica in un mondo sempre più guidato dagli algoritmi.
Per farlo, metto a confronto due aspetti caratterizzanti.
Il primo, riguarda il mio approccio alla misura della glicemia digitale fondato sull’implementazione scientifica dei Sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI).
Il secondo riguarda il rischio, riconosciuto all’Art. 5 del Regolamento europeo sull’IA, che le pratiche manipolatorie dell’Intelligenza Artificiale – tecnicamente praticabili da Agenti AI sempre più autonomi ai quali delegheremo gran parte del lavoro, non solo quello ripetitivo – alimentino la pigrizia cognitiva.
Una pigrizia capace di prevalere su ogni impulso motivazionale di crescita personale e professionale.
La domanda di fondo è questa:
Cosa possiamo fare, oggi, per prepararci al momento in cui, l’algoritmo, provi a convincerci che la fatica, in termini di sforzo cognitivo, come la curiosità, non saranno più necessarie?
Il libro, di carattere divulgativo, si inserisce nella collana “dillo con parole semplici” creata nel 2023 e dedicata a fotografare periodicamente gli sviluppi dell’AI generativa attraverso la lente del pensiero critico.
Il libro è una produzione del marchio dieta digitale.
