La mia storia
Ora ti spiego perché la mia storia è semplice ma difficile da assemblare. Di seguito trovi alcuni dei passi che hanno segnato il mio percorso.
Non è un CV e nemmeno la bacheca dei trofei, bensì un piccolo luogo dei ricordi personali per:
- Non dimenticare;
- Una buona dose di autoironia;
- Evitare la ruggine tra corpo e mente;
- Tenere mani e piedi ben saldi tra cielo e terra.
Ecco perché mi piace guardare il mondo a testa in giù.
Citando Jim Morrison “Vorrei essere nato al contrario per poter capire questo mondo storto“.
Da piccolo
La mia storia ha inizio con lo sport, il lago e gli amici di infanzia. Ricordo che stare fermo per troppo tempo ad aspettare mi annoiava molto.
Così, dai nove anni in poi la mia storia prende ritmo e per racimolare qualche soldo durante l’estate aiutavo a tenere in ordine il magazzino di una bottega alimentare di paese, selezionavo i coni gelato usciti male dal nastro trasportatore della fabbrica di fronte a casa, svuotavo i cestini del lido comunale nelle calde giornate estive, lavavo i piatti nella cucina della Swissminiatur di Melide e durante le feste campestri aiutavo gli organizzatori a sbarazzare i tavoli con i miei amici.
In quest’ultimo caso la ricompensa era uno squisito piatto di costine alla griglia con insalata di patate, che solo alle feste campestri di Melide si potevano mangiare.
E come posso dimenticare il mercatino estivo che facevo fuori casa all’angolo tra Via alla Piana e Via cantonale a Melide.
Con gli amici vendevamo tutto ciò che in casa non era più usato (o almeno così pensavamo noi).
Gli “affari” non andavano male, qualche franchetto si riusciva a racimolare ogni mattina grazie al postino che forzatamente passava da quell’incrocio per consegnare la posta, e alle vecchiette che camminando si recavano a fare la spesa.
Non avevano scampo, non potevano non fermarsi di fronte al grido “Buongiono Signora! Compra qualcosa?!?”.
Che tempi!
Ma ciò a cui non potevo rinunciare era lo sport. Sin da piccolissimo era il mio rifugio preferito. Il posto dove riuscivo a isolarmi per dare il meglio di me.
La scuola e le scelte
La prima scelta è stata dopo le scuole medie. Non sapevo cosa fare da grande e seguendo la scelta di alcuni compagni di scuola decisi di iniziare l’apprendistato come disegnatore edile.
Ma sono bastati pochi mesi per rendermi conto che non era la mia strada.
Ho archiviato così il disegno tecnico per approdare a un nuovo apprendistato, duro, durissimo, ma che mi ha dato molto, anzi, moltissimo. Il cantiere edile è un’ottima scuola di vita.
Tuttavia, non conservo un ricordo fotografico di quell’esperienza poiché all’epoca non c’erano smartphone, né macchine fotografiche digitali. Inoltre, ci si concentrava maggiormente nel viverle piuttosto che nel documentarle.
L’ho portato a termine con successo e quello che credevo fosse un punto di arrivo si è trasformato in uno straordinario punto di partenza. La mia storia cambia ritmo e guarda a un nuovo futuro ancora tutto da scoprire.
Ecco che per caso mi sono avvicinato all’informatica, una disciplina affascinante, che mi ha colto totalmente impreparato. Dopo l’iscrizione al primo anno presso la scuola di ingegneria, mi sono ritrovato in classe con persone che col computer ci sapevano fare.
Ora lo posso dire, la prima lezione in laboratorio cercavo il pulsante per avviare l’aggeggio elettronico, senza però trovarlo. È stato imbarazzante ma anche divertente.
Il tempo passava e la passione per questo mondo aumentava giorno dopo giorno, travolgendomi completamente. Il destino quando vuole è spietato ma anche molto generoso.
Per questa sezione non ho fotografie e i motivi sono molteplici.
In primis perché all’epoca dei fatti non esistevano i cellulari, e poi perché fotografare e condividere la propria vita sociale non interessava a nessuno.
Lo sport
Lo sport e in particolare la pallanuoto è stata senza dubbio un’esperienza incredibile che mi ha accompagnato per molti anni. Ma è solo una di una lunga serie di sfide che il destino mi ha riservato.
A 5 anni dormivo con i pattini a rotelle ai piedi. Lo sport era senza dubbio il mio migliore amico. Negli anni successivi però, causa forza maggiore, ho lasciato a malincuore il bastone da hockey per indossare il costume da bagno.
Ero timoroso perchè non avevo il fisico per fare pallanuoto. Eppure la complicità degli amici più stretti mi sono ritrovato in breve tempo a bordo vasca.
A 12 anni non sapevo nuotare, ma stregato da questa discipina e dall’ambiente che la circondava, ho avuto il piacere di raggiungere in poco tempo la serie A (14 anni) per poi continuare con la Squadra Nazionale Svizzera. Pesavo 60 Kg ma giocando di anticipo riuscivo a tenere a bada i centroboa avversari.
La Silicon Valley
Dopo il diploma di Ingegnere informatico volevo imparare l’inglese, ma non potevo in nessun modo permettermi un soggiorno linguistico all’estero.
A quei tempi, non c’erano programmi di scambio studenti, non c’erano Facebook e WhatsApp, chi voleva espatriare doveva arrangiarsi di tasca sua e toccare con mano il senso del “distacco” e della “partenza”.
Improvvisamente però, dopo tanto cercare, ricevetti una telefonata da parte di un collega di università, che mi invitò a rientrare immediatamente dalle vacanze natalizie per incontrare un importante imprenditore che offriva un posto di lavoro negli Stati Uniti, e in particolare nella Silicon Valley in California.
Una telefonata che segnò in modo dirompente ed entusiasmante la mia storia.
Mi precipitai in ufficio, recuperai l’indirizzo e-mail da contattare e soltanto dopo una serie cospicua di colloqui in lingua francese ricevetti la tanto attesa conferma di assunzione.
La Silicon Valley era, ed è tutt’ora, il tempio per un Ingegnere informatico, anche se io a quel tempo non sapevo cosa fosse. Arrivò il giorno della partenza con destinazione San Francisco. Iniziò così l’avventura americana che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.
Ricordo che il primo giorno in azienda mi resi subito conto dell’apparente normalità di una realtà scientifica fantastica, a cui non ero preparato, e dove i fatti soprassedevano sempre le parole. Seppur con molti sacrifci e impegno tutto andò molto bene.
Il desiderio di scrivere e condividere
Una volta tornato a casa, iniziarono una serie di eventi incontrollati. Volevo scrivere un libro, una sorta di diario in cui raccontare le esperienze vissute oltre oceano, ma da perfetto dilettante non fu affatto semplice.
A quell’epoca Facebook e WhatsApp non esistevano ancora, l’unico modo per chiamare casa era usare il “quarto di dollaro” con le cabine telefoniche che trovavo per le strade di San Francisco, proprio come nei vecchi film.
Storie di un altro mondo.
Dopo tanto cercare ero riuscito a entrare in contatto con una piccola ma importante casa editrice locale. Non potevo credere di aver trovato qualcuno disposto a darmi fiducia e a portare in libreria il mio primo libro.
In fondo avevo soltanto scritto piccole riflessioni di un mondo tecnologico lontano, ma che presto avrebbe bussato alle nostre porte.
Grazie a questa pubblicazione la mia storia subì una nuova accelerazione, tanto che le opportunità si moltiplicarono, prendendo strade diverse e lasciando che il destino facesse il suo corso.
All’epoca il termine “interdisciplinare” non era ancora di moda, ma il mio percorso sembrava segnato.
La prevenzione
La prima strada mi ha permesso di conoscere il commissario capo della Polizia cantonale – il commc Enea Filippini – responsabile del gruppo criminalità informatica, con il quale ho avuto occasione di partecipare a numerose conferenze sulla prevenzione degli abusi in Internet, presso ogni ordine di scuola del Canton Ticino per quasi dieci anni.
Un viaggio durato molti anni, che mi ha consentito di incontrare e conoscere molti allievi, docenti e genitori, per condividere con loro esperienze sulle nuove tecnologie.
Nel 2009, grazie anche a queste attività di prevenzione, ho ricevuto con grande piacere il premio speciale alla ricerca “Carlo Cattaneo”, quale riconoscimento per i risultati ottenuti in questo ambito professionale.
È stato senza dubbio un grande stimolo, che mi ha portato in seguito a pensare, progettare e commercializzare con successo il primo gioco di carte educativo, di nome Soogoi®, utile alle famiglie e alle scuole per conoscere Internet senza usare Internet.
Qui la mia storia ha rischiato di interrompersi per la posta in gioco.
Proporre a una grande catena svizzera di centri commerciali un gioco di carte “vecchio stile” in un momento storico in cui ogni sei mesi usciva un nuovo iPhone e un nuovo Tablet è stato coraggioso ma anche molto gratificante.
Forse la sfida più bella.
La UEFA Champions League
La seconda strada invece, ancor più imprevedibile, mi ha proiettato in un battibaleno nel magico mondo della UEFA Champions League.
Un’esperienza fantastica vissuta con Inter, Milan e Juventus, nata grazie a una persona speciale. Con lei è stato davvero un appuntamento col destino.
Il Dottorato di ricerca
Il tempo passa e torna anche la voglia di studiare, di rimettermi in gioco, in controtendenza rispetto ai miei coetanei. Decido quindi di iscrivermi a un master interdisciplinare sulle tecnologie per la comunicazione.
Ed ecco che il destino bussa di nuovo alla porta con una nuova sfida. Si aprono nuovi orizzonti, fino a quel momento inaspettati. Lo concludo con la massima soddisfazione, ricevendo in dono la lode per i risultati raggiunti.
Proprio grazie a questa esperienza, ho conosciuto un angelo venuto dal cielo, che mi ha dato fiducia e mi ha spronato a intraprendere un nuovo entusiasmante viaggio formativo.
Una professoressa fuori dal coro, scientificamente brillante, eclettica, direttrice d’orchestra e lungimirante, che mi ha offerto l’opportunità di prendere parte alle selezioni per un posto di dottorato al Politecnico di Milano, portato a termine con successo nel campo dell’intelligenza artificiale (Natural Language Processing).
È stato un percorso indescrivibile che mi ha messo a dura prova, ma che ha contribuito fortemente a cambiare le mie prospettive e la mia consapevolezza della realtà.
Qualcuno ha deciso di conferirmi la lode per i risultati raggiunti, ma questo è stato possibile unicamente grazie alla mia Professoressa e alle persone che mi hanno aiutato lungo tutto il cammino.
Corsi e ricorsi storici, potevo rifiutare? La sfida era unica e ancora una volta irripetibile, ma richiedeva molto impegno, rinunce e dedizione.
La sicurezza e l’informatica forense
Il 10 maggio del 2011 il direttore del Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI mi convocò per propormi la sfida di creare un nuovo Servizio strategico di informatica forense, in collaborazione con il Dipartimento delle Istituzioni, la Magistratura e la Polizia del Cantone Ticino, dal 2019 partner scientifico ufficiale del Tribunale penale federale.
Dopo dieci anni di attività il Servizio informatica forense del Dipartimento tecnlogie innovative della SUPSI si è conquistato sul campo la “fama” di piccola eccellenza svizzera.
Ha dato vita a nuovi corsi di formazione, ha ottenenuto finanziamenti per progetti di ricerca scientifica dal Fondo Nazionale Svizzero e dall’Agenzia svizzera per la promozione dell’innovazione (INNOSUISSE) e ha aggregato le più importanti Autorità Giudiziarie locali e nazionali fornendo loro un servizio strategico in ambito scientifico.
Il 10 maggio del 2021 il Servizio informatica forense della SUPSI – SIF – ha compiuto i suoi dieci anni di età.
La sua storia è contenuta in un libro “fuori schema” dal titolo “Il valore delle competenze trasversali“, che ho scritto con grande piacere con la partecipazione di ben 18 persone e personalità del mondo della scuola, della ricerca, dell’impresa e delle istituzioni, locali, nazionali e internazionali.
Se desideri riceverne una copia scrivimi un e-mail qui.
I primi dieci anni sono stati impegnativi. Un susseguirsi di sfide che mi hanno preso l’anima, ma che ho accettato senza esitare, spinto dall’entusiasmo, dall’incoscienza e dalla convinzione che perderle sarebbe stato peggio che non viverle.
Siamo nel 2023 e il SIF è diventato un gruppo di ricerca scientifica a tutti gli effetti, composto da nove persone tra ricercatori, collaboratori scientifici e assitenti.
Questo traguardo è per me un punto importante della mia storia, in cui concretamente emergono i valori che da sempre porto con me: costruire, coinvolgere e condividere.
Se al tempo del mio apprendistato mi avessero detto che “da grande” avrei costruito questa fantastica realtà, probabilmente mi sarei fatto due risate.
Ad agosto del 2023 abbiamo partecipato come squadra alla rinomata conferenza DEFCON di Las Vegas. Un evento che riunisce i migliori informatici del mondo, in materia di sicurezza informatica e informatica forense.
I sogni senza obiettivi rimangono sogni [D.W.].
Il coinvolgimento scientifico europeo
A gennaio del 2017 la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) mi ha nominato (in SUPSI) rappresentante della Svizzera in seno al comitato scientifico di gestione dell’azione COST “Multi-modal imaging of forensic science evidence – tools for forensic science”, del programma intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica.
Un’esperienza davvero entusiasmante, che ha ripagato i molti sacrifici e i capelli persi nel corso del tempo.
La mia storia in questo caso è stata arricchita da un’esperienza straordinaria grazie al contributo di ricercatori di tutta europa davvero eccezionali, con i quali ho avuto l’onore collaborare.
In questo progetto ho avuto l’opportunità di confrontarmi con le eccellenze scientifiche europee ed essere nominato leader del gruppo impegnato sugli studi riguardanti il riconoscimento facciale e le impronte biometriche.
Il World Economic Forum di Davos (WEF)
A volte i sogni diventano realtà, e improvvisamente ricevo l’invito a prendere parte come speaker al World Economic forum di Davos 2019 (WEF), e in particolare alla Caspian Week, la piattaforma globale riservata a leader globali, esperti e visionari che si confrontano sui maggiori temi di attualità che riguardano il pianeta.
Il tema che ho affrontato é la cybersecurity, con un occhio di riguardo alla blockchain.
Lasciatemelo dire, anche se banale e per alcuni scontato, ma questa esperienza ha reso la mia storia una storia migliore.
Il confronto con professionisti di questo livello mi ha permesso di crescere molto e capire quanto sia importante lo studio, la preparazione, l’umiltà e la condivisione.
I pompieri e il volontariato
Ah, dimenticavo, c’è ancora una passione che mi ha accompagnato da oltre 30 anni, il volontariato come Pompiere.
Dal 1992 al 2024 sono stato volontario presso il Corpo Pompieri di Melide con il grado di appuntato. Un’occasione di scambio, codivisione e di aiuto verso le persone in difficoltà che mi ha accompagnato per molti anni, ricchi di esperienze pratiche e utilità.
Credo di essere l’unico tra i colleghi ad essere entrato nel Corop a 17 anni.
La APPLE di Steve Jobs
È la primavera del 2020, anno surreale in cui il mondo si è fermato a causa del COVId19, ma anche perchè improvvisamente la più grande e famosa azienda del mondo in campo tecnologico, la APPLE, decide di farmi pervenire una raccomandata da Cupertino chiedendo di ritirare il mio marchio “Dieta digitale”.
Un marchio che ho registrato presso l’Istituto federale della proprietà intellettuale per tutelare la dieta digitale dei sette giorni, che ho pubblicato nell’omonimo libro, e l’applicazione che ho sviluppato per la misura della glicemia digitale.
Attraverso lo studio legale Baker & McKenzie di Zurigo la APPLE inoltra formale richiesta di annullamento del mio marchio, sostenendo che io abbia usato l’icona della mela in modo improrio sfruttando la visibilità della tanto famigerata mela APPLE.
Ancora una volta il destino mi regala una piccola ma unica esperienza, che lascia un segno indelebile e che apre a nuove oppurtunità di interesse globale nel campo della salute e delle nuove tecnologie.
Con 12 pagine di motivazioni serrate, per la prima volta in assoluto, la APPLE si vede recapitare un due di picche. L’Istituto federale della proprietà intellettuale ha dato ragione al sottoscritto.
La differenza di fondo è questa:
Io mi occupo di cura dell’igiene digitale, prevenzione alla dipendenza da tecnologie e di alfabetizzazione digitale. Apple produce tecnologie digitali.
Una decisione che segna per la prima volta al mondo l’uso della mela, in quanto a icona, non solo per la produzione di computer e affini da parte di APPLE, ma anche, attraverso il mio marchio, della cura dell’igiene digitale.
Con grande rispetto per il Maestro Steve Jobs, ma anche con un pò di ironia della sorte, devo ammettere che questa mia mela ha un sapore particolare, di grande soddisfazione.
La Neue Zürcher Zeitung – NZZ
Il 2023 è stato un anno davvero particolare. Quando un giornale prestigioso di fama globale come la NZZ ti presta la sua attezione mediatica senza che tu lo sappia, evidentemente significa che il lavoro che hai svolto è importante …
Il benessere digitale
Siamo nel 2024 e dopo aver vinto nel 2020 contro la APPLE ho sviluppato un nuovo strumento dedicato alla prevenzione della dipendenza digitale, e in particolare per la misura del grado di relazione che la persona ha instaurato con lo smartphone.
Il Test Rapido è sviluppato su base scientifica ma è proposto alle persone in forma semplice e tascabile, per essere svolto da chiunque senza alcuna conoscenza tecnica. Esso arricchisce la digitalizzazione con etica, sostenibilità e inclusione.
È anonimo e la privacy è al sicuro. Non ha vincoli nè contratti. L’account si cancella automaticamente dopo 24 ore. Siamo al 2024 e sono molto orgoglioso di questo piccolo ma concreto progetto, in quanto oltre tre mila persone hanno fatto il Test Rapido, contribuendo, oltre alla loro prevenzione, anche al suo miglioramento continuo.
Per meglio caratterizzare questo strumento innovativo, disponibile in quattro lingue (italiano, francese, tedesco e inglese), ho registrato un nuovo marchio presso l’Ufficio svizzero della proprietà intellettuale, dedicato al benessere digitale.
Nasce così il marchio registrato Be Your Time, figlio del marchio Dieta Digitale.
Una fermata radiofonica particolare
Con grande piacere sono stato invitato da Alessandro Bertoglio e Danny Rauseo, autori e conduttori della trasmissione radiofonica “C’era una volta …oggi” della Radiotelevisione svizzera – RSI.
Un’occasione (per me) fuori dal mio ordinario ma molto divertente, in cui abbiamo ripercorso alcuni passaggi personali, sportivi e professionali che hanno caratterizzato la mia storia.
Una passeggiata radiofonica nel tempo gestita con grande ironia da Alessandro Bertoglio e Danny Rauseo, giornalisti della Rete Uno della Radiotelevione svizzera – RSI.
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