Cellulari nella scuola dell’obbligo
Il giro di vite sullo smartphone ha diviso la politica ticinese generando molti consensi, ma anche malumori e critiche.
C’è chi lo vuole bandire da scuola, pause comprese, e invece chi lo vorrebbe integrare nelle lezioni migliorando l’interattività tra docente-allievo-contenuti.
Il nuovo decennio è iniziato da poco eppure riesce difficile tenere il passo delle continue accelerazioni imposte dalle nuove tecnologie.
La nuova società digitale è ormai alle porte, ricca di 5G e oggetti-persone sempre più interconnessi tra loro, caratterizzata da un’unica certezza che mette d’accordo tutti, ma proprio tutti: tornare indietro è molto difficile.
Che piaccia o no, non possiamo arrestare il processo di cambiamento in corso, ma ciò che invece potremmo fare è staccare l’attenzione dalla “scatoletta”, chiamata smartphone, per cercare di integrare il fenomeno chiamato progresso tecnologico.
Imporre regole stereotipate uguali per tutte le sedi scolastiche, finalizzate a tenere lo smartphone spento nello zaino di scuola, credo sia inopportuno e molto difficile da attuare. Quando si definisce una regola bisognerebbe anche preoccuparsi degli strumenti necessari per farla rispettare.
Mi chiedo come facciano docenti e direttori a controllare che i vari allievi durante la pause non prendano dal loro zaino lo smartphone che i genitori hanno comprato loro, spesso per essere reperibili proprio durante le pause del giorno.
Il mio punto di vista sposta l’attenzione sul fenomeno e sul principio di maggiore libertà da parte dei docenti e dei direttori nel regolamentare questo fenomeno, ricordando che siamo di fronte a nuovi paradigmi di interazione uomo-macchina e che l’unica forza che abbiamo è l’educazione all’uso consapevole, fondato su un sistema di valori che probabilmente è da rivedere in chiave “nuovo decennio”.
La trasmissione 60 minuti della Radiotelevisione svizzera – RSI – condotta da Reto Ceschi ha dedicato un approfondimento a questo tema, in cui ho espresso il mio punto di vista sul tema.
Rivedi la puntata.
Anche il Corriere del Ticino ha dedicato una pagina importante a questo tema con una mia intervista curata da Valentina coda.
Gli aspetti che riguardano le problematiche dello smartphone a scuola si possono suddividere in tre:
- lo smartphone in classe;
- la convivialità degli allievi durante le pause;
- il cyberbullismo.
Per il primo aspetto la soluzione c’è ed è concreta, ed io l’ho presentata nell’intervista del Corriere del Ticino.
Leggi l’intervista apparsa sul Corriere del Ticino.
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