I giganti della tecnologia contro la pandemia

Di fronte alla seconda ondata della pandemia, quella autunnale, torna sotto i riflettori il tema dell’impiego delle tecnologie digitali per la lotta contro la COVID19.

Davvero l’intelligenza artificiale può essere utile per distinguere i tipi di tosse per identificare persone asintomatiche alla COVID-19?

L’esperienza diretta che stiamo affrontando con il Servizio informatica forense della SUPSI in collaborazione con la Clinica Moncucco Luganese in questo ambito di ricerca scientifica indica prudenza.

Insieme stiamo sviluppando un progetto di ricerca innovativo finanziato dall’Agenzia svizzera per l’innovazione – INNOSUISSE.

Per impiegare l’intelligenza artificiale servono dati e per raccogliere dati “veri” di tosse da parte di persone affette dal virus non è così semplice come possa sembrare.

Tuttavia, nonostante i protocolli di sicurezza impiegati dalla Clinica Moncusso Luganese, stiamo portando avanti la registrazione dei tipi di tosse da usare per le nostre analisi sfruttando le tecniche di digital audio foreniscs.

Attenzione però alla profilazione. La realtà parla chiaro, i giganti della tecnologia hanno un modello di business ben definito sulla raccolta e l’uso dei dati personali raccolti.

Da qui le riflessioni nascono spontanee.

È robusta la volontà di contribuire alla lotta alla COVID-19? Oppure è l’ennesima spinta emotiva per una nuova raccolta dati di massa per la profilazione di prodotti e pagliativi?

Forse ci sono lacune che un’adeguata alfabetizzazione digitale può colmare.

Il mio punto di vista sui limiti e le opportunità delle tecnologie digitali per la tutela della nostra salute e della nostra sicurezza.

La trasmissione #ticinonews – condotto da Romano Bianchi e Laura Zucchetti – ha dedicato un approfondimento a questo tema.

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