I post di Instagram e Facebook in pasto all’AI

I post di Instagram e Facebook in pasto all’AI.

A partire dal 26 giugno Meta ha annunciato che utilizzerà gran parte dei contenuti degli utenti per addestrare la propria intelligenza artificiale.

Una dichiarazione che apre a molte polemiche sulla modalità con cui questo cambiamento avviene in relazione al diritto di opposizione.

Un aspetto importante che merita attenzione e dibattito, ma che appartiene alla vecchia generazione di preoccupazioni ancora irrisolte sul binomio privacy-trasparenza, che ci portiamo dietro ormai da 20 anni.

Da quando, insomma, abbiamo dato il nostro consenso per l’uso dei nostri dati personali per la creazione del primo account.

Guardando la (nuova) luna però, trovo interessante porre l’attenzione anche su nuovi aspetti che riguardano i risultati e le conseguenze (rischi) che questo cambiamento potrebbe portare nel tempo.

E questo ricordando che Meta dispone di una discarica di dati senza precedenti alimentata giornalmente a costo “zero” con oltre 500Tb di dati personali.

In particolare, mi riferisco a due pratiche vietate citate nel Titolo II, Art. 5 del nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (AI Act):

1. Tecniche manipolative abilitate dall’IA. Ad esempio, in relazione alle funzionalità e alle potenzialità dei nuovi visori 3D e al Metaverso.

2. Categorizzazione biometrica e valutazione sociale. Ad esempio, in relazione all’uso dei dati biometrici, ovvero la raccolta di dati personali risultante da specifici trattamenti tecnici relativi alle caratteristiche fisiche (facciali), fisiologiche o comportamentali di un individuo.

Senza poi contare il fatto che, l’oligopolio delle Big tecnologiche, potrà così contare sulla certezza che anche per i prossimi 20 anni nessuna start-up al mondo potrà mai competere a questo livello e in questo nuovo mercato, in assenza di una loro discarica di dati personali di tali dimensioni.

Il mio punto di vista sul tema nel ruolo di Responsabile del Servizio informatica forense della University of Applied Sciences and Arts of Southern Switzerland , per la trasmissione radiofonica Alphaville della Radiotelevisione Svizzera (RSI), Rete Due, condotta da Lina Simoneschi Finocchiaro.

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