Il blackout e la crisi del servizio Cloudflare

Tre ore di blackout: la crisi del servizio Cloudflare. Il messaggio apparso sullo schermo degli utenti è inequivocabile e ricorda quelli memorabili dell’informatica degli anni novanta.

Internal server error on Cloudflare’s network. Please try again in a few minutes.

Cloudflare gestisce in media oltre 70 milioni di richieste HTTP al secondo, e nei momenti di punta questo numero può arrivare a 80 milioni.

Un carico di lavoro che richiede una manutenzione continua, fortemente supportato in delega da Agenti AI, fondato su un rischio residuo che può generare errori e comportare importanti responsabilità e costi lungo tutta la catena della sicurezza.

Nonostante l’ottimo lavoro dell’incident response team di Cloudflare, che va riconosciuto e apprezzato, questo blackout dovrebbe aprire il dibattito sulla delicata interdipendenza con i pochi provider globali che formano un evidente oligopolio, nonostante i server siano già in parte distribuiti paese per paese, Svizzera compresa.

Forse, oltre alla sovranità dei dati, è opportuno riconsiderare anche la sovranità dei servizi web strategici, dai quali dipendiamo sempre di più.

Le mie riflessioni sul caso per il TG di Teleticino, condotto da Sacha Dalcol, nel servizio curato da Filippo Suessli.

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