Il (presunto) fenomeno “Blue Whale”

Sta facendo parlare anche in Ticino il (presunto) fenomeno “Blue Whale“, il “gioco” (termine improprio) online che spingerebbe giovani adolescenti all’autolesionismo guidato, attraverso missioni perverse che si concludono con il suicidio.

Di fatto, le modalità interattive/relazionali, mediate dalle nuove tecnologie, sono molto simili a quelle riscontrate online nei dialoghi per la propaganda al terrorismo e all’adescamento nei social media, tipicamente riconducibili alla pedopornografia.

In questi casi, torna utile analizzare il dialogo da un punto di vista interdisciplinare, per esempio con un modello scientifico (DIKE) capace di misurare oggettivamente elementi e valori come le emozioni, l’agio, la relazione, la condivisione, gli stati di crisi e i sistemi motivazionali interpersonali (Liotti), finalizzati a mettere l’interlocutore in condizione di accudimento o attaccamento.

Intervista per il Quotidiano della Radiotelevisione svizzera – RSI – curata da Christian Romelli, in cui spiego la meccanica di interazione del modello scientifico DIKE che caratterizza gli atti dialogici di avvicinamento e persuasione di fenomeni come questo, senza entrare nel caso specifico perché non ancora appurato fino oin fondo.

  • Per rivedere l’intervista clicca qui – dal minuto 16:58

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