La trappola corre sul web

La trappola corre sul web

Giorno dopo giorno veniamo sempre più sollecitati da innumerevoli quantità di truffe online che condizionano il nostro modo di vivere e di pensare.

Basti pensare alle truffe di Phishing e alle tecniche concepite per sottrarre dati sensibili alle persone e alle aziende, attraverso un semplice messaggio e-mail.

Da qui l’idea di scrivere il libro dal titolo “La trappola corre sul web”.

Nel 2007 decisi di scrivere questo libro quando ancora la quantità e la qualità delle truffe informatiche non erano quelle di oggi, anche e soprattutto in termini di frequenza.

Era di moda quella “nigeriana” e quella della “vincita alla lotteria”, che ancora oggi traggono in inganno moltissime persone.

Ecco perchè la storia di Mike, un corriere di una grossa compagnia di spedizioni, potrebbe aprire gli occhi a chi ancora crede che Internet sia unicamente un passatempo al riparo da ogni tipo di truffa e che non serva alcun tipo di alfabetizzazione all’uso consapevole delle nuove tecnologie.

Il ciclo di vita di questo genere di inganni è così breve, che non appena crediamo di aver capito le loro strategie, veniamo subito sollecitati e stuzzicati da nuove entusiasmanti trappole, un po’ come è capitato a Mike, il protagonista della storia.

Illustrazione di copertina

Alcuni estratti

Di seguito alcuni passaggi degli avvenimenti che ho narrato nel libro.

(…) Tutto era iniziato nel momento in cui, spinto da una grande noia, decisi di acquistare un computer. Premetto che non ero per niente un esperto conoscitore di questo genere di apparecchi, ma arrivato alla soglia dei quarant’anni mi ero reso conto di non poterne fare a meno. Così, raccolti i primi consigli preziosi di alcuni amici conoscitori delle ultime stravaganti tecnologie in campo informatico, mi ero convinto improvvisamente e senza troppa reticenza di recarmi in uno di quei grandi magazzini specializzati nella vendita di elaboratori elettronici. I classici punti vendita in cui entri con l’intenzione di comperare un computer, e ti ritrovi all’uscita con un carrello pieno di piccoli e forse insignificanti gadget …

(…) Ero convinto di poterne trovare uno valido in breve tempo, qualche ora al massimo. Invece, mi sono ritrovato sommerso da un’infinità di informazioni tecniche di cui non immaginavo l’esistenza, acronimi e tecnicismi disparati e incomprensibili, un bel problema. Come per magia, tutte le informazioni raccolte dagli amici esperti si erano sgretolate e dissolte nelle interminabili corsie del gigantesco centro commerciale in cui mi trovavo, lasciandomi così in balia degli eventi e nelle mani capaci di un’avvenente venditrice, dall’aria apparentemente poco incoraggiante ma tanto carina, che gentilmente era venuta in mio aiuto.

(…) Dopo un paio di giorni di apparente tranquillità, tornarono a farmi visita i soliti messaggi, ancora più offensivi e volgari. Devo ammettere che per un momento ho pensato a uno avviso intimidatorio da parte di Alice. Arrabbiata per ciò che stava succedendo, poteva servirsi di questi strumenti per provare l’ennesimo tentativo di recupero.

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