E se l’azienda Facebook chiudesse?
Una domanda che si pongono in pochi, anzi pochissimi. La (falsa) credenza comune è che Facebook non sia una vera azienda, bensì qualcosa di immortale dall’eterna giovinezza.
Eppure, se un giorno dovesse davvero accadere che l’azienda Facebook chiudesse i battenti, cosa accadrebbe ai nostri dati?
Uno scenario strano quanto curioso. Prima di tutto perché le risorse necessarie per creare una “discarica” dei dati digitali di queste dimensioni se la possono permettere in pochi. Non solo per i costi di manutenzione che richiede, ma anche per quelle energetiche necessarie a mantenere in vista i nostri dati.
Ricordiamolo, Facebook raccoglie ogni giorno qualcosa come 500 Terabyte di dati. Non so se mi spiego.
Chi avrebbe a disposizione un’infrastruttura tale da poter garantire la sopravvivenza digitale di tutte queste informazioni?
E poi, in caso di fallimento o chiusura forzata dell’armamentario tecnologico, la delega che abbiamo “regalato” in tempi non sospetti a Fecebook nell’uso dei nostri dati, che fine farebbe? A chi andrebbe in mano e con quale diritti e doveri?
La realtà parla chiaro: Facebook non ha confini geografici. Ma in una situazione come questa, se gli utenti volessero far valere il loro diritto all’oblìo, a chi dovrebbero rivolgersi e con quali pretese?
In caso di problemi, esiste al mondo un’autorità giudiziaria tecnicamente organizzata per mettere i sigilli digitali a questa montagna di dati?
Facebook è riuscito a schedare “gratuitamente” oltre due miliardi di persone in quindici anni di intensa attività di profilazione.
Ora, partendo dal presupposto che i nostri dati hanno un mercato e un valore variabile, cosa dobbiamo aspettarci in caso di uno “zunami” digitale?
L’edizione principale del TG di Teleticino, condotto da Francesco Pellegrinelli, ha dedicato un approfondimento a questo tema, curato da Francesco Pellegrinelli, Stefano Malmassari e Tiziano Cagnatel, in cui ho espresso il mio punto di vista sul tema.
Rivedi il servizio andato in onda il 1 novembre 2018.
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