dipendenza smartphone

Prigionieri dello smartphone?

Il grado di diffusione degli smartphones nel mondo ha raggiunto livelli impressionanti. Recenti statistiche indicano che oggi l’82% della popolazione mondiale (oltre sette miliardi mezzo di persone) possiede un telefono cellulare.

Questo è il punto di partenza della trasmissione evento andata in onda in prima serata sulla Radiotelevisione svizzera (RSI – LA2), in cui è stato trattato il tema della dipendenza da smartphone.

Un tema sempre più centrale che vede l’uomo al centro, circondato durante l’arco di tutta la giornata da tecnologia di ultima generazione sempre più pervasiva, capace non solo di profilare il nostro comportamento ma anche di catalizzare e sollecitare h24 la nostra attenzione emotiva.

C’è chi sostiene che stiamo partecipando ad un gigantesco esperimento universale che mette in gioco il modo in cui evolveranno i nostri cervelli, tramite la formazione di abitudini che riempiono la vita a milioni di persone, e di cui c’è scarsa consapevolezza.

Qual è il confine tra normale utilizzo e dipendenza? Esiste una dipendenza patologica da smartphone? È possibile limitare, o perfino vietare, uno strumento che tutti noi adoperiamo quotidianamente?

La trasmissione ha portato testimonianze vere e un servizio realizzato da Emmanuelle Bressan-Blondeau e Nicolas Pallay davvero incredibile, sostenuto da autorevoli medici specializzati nello studio delle  dipendenze, in cui emerge che quella da smartphone è paragonabile a quella della cocaina.

Uno shock emotivo per tutti coloro i quali con leggerezza non credevano che lo smartphone potesse trasformarsi in un incredibile oggetto di relazione continua.

Con grande piacere ho preso parte alla trasmissione portando con me la dieta digitale dei sette giorni, il libro che ho scritto in cui illustro per la prima volta in assoluto un metodo su base scientifica per misurare le motivazioni che possono portare alla dipendenza da smartphone. Un protocollo interdisciplinare che unisce gli aspetti di sviluppo tecnologico con gli aspetti clinici, attraverso i sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI).

È stata un’occasione di confronto diretto in cui con grande piacere ho raccolto i complimenti del Dr. Maurizio Fea, psichiatra, già direttore del Dipartimento delle dipendenze della ASL di Pavia, per l’originalità e l’efficacia del metodo “dieta digitale dei sette giorni”.

Alla trasmissione hanno partecipato anche una studentessa del Liceo A. Cairoli di Pavia, che ha partecipato a un progetto orientato al digital detox, e Ludovica Pagani, di professione influencer, che conta oltre 1,7 milioni di followers su Instagram.

digital detox

Una serata speciale, prodotta da Valerio Selle con la regia di Massimo Ferrario e condotta da Laura Pozzi, giornalisti della Radiotelevisione svizzera – RSI.

Non perdere tempo, guarda la trasmissione e prendi la consapevolezza della realtà, per usare meglio e (forse anche) di più il tuo smartphone. Clicca qui.

Sei tu ad usare il tuo smartphone oppure è lui ad usare te? Aquista il libro e scoprilo.


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