TikTok e la persuasione pericolosa

TikTok è nell’occhio del ciclone per l’esito drammatico dovuto alla blackout challenge che ha portato alla morte della piccola Antonella, la bambina di 10 anni di Palermo.

Quanto accaduto alla piccola con TikTok è gravissimo e apre il dibattito sul controllo e la sicurezza dei minori in rete.

Questa piattaforma, contrariamente a tutte le altre, raccoglie e diffonde contenuti ad altissimo tasso emotivo, emulativo e persuasivo.

Controlla in modo automatico e semi automatico materiale palesemente violento e proibito.

Ma non pone alcuna attenzione sull’impatto persuasivo che i contenuti “normali” possano avere sui minori che li osservano in rapporto alla loro capacità cognitiva di interpretazione.

Il punto cruciale di Tiktok sta nelle sue linee guida:

Suicidio, autolesionismo e atti pericolosi. Abbiamo a cuore la salute e il benessere delle persone che costituiscono la nostra comunità. Non consentiamo contenuti che rappresentino, promuovano, considerino normali o esaltino attività che potrebbero indurre al suicidio, all’autolesionismo o a disturbi alimentari. Non permettiamo agli utenti di condividere contenuti che li rappresentino mentre partecipano o incoraggiano altri a partecipare ad attività pericolose che potrebbero causare lesioni gravi o morte.

Qui si annidano le interpretazioni, le responsabilità ma anche le opportunità per definire nuove regole basate su scenari di allerta concreti.

Il mio punto di vista per il Quotidiano della Radiotelevisione svizzera – RSI – curato da Paolo Bobbià.

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