
Verso una governance per Agenti AI
Verso una governance per Agenti AI. Il consenso informato è lo strumento per eccellenza che regola il rapporto tra chi usa le applicazioni e chi, invece, raccoglie e tratta dati personali.
Le tutele legali oggi esistono e pongono un certo equilibrio tra le parti, ma la consapevolezza e la responsabilità sono destinate a scalare al livello successivo.
Non più, quindi, solo applicazioni funzionali dotate anche di algoritmi AI per la raccolta e la profilazione dei dati, bensì una gestione in delega di attività personali e professionali svolte da Agenti AI specializzati, la quale richiede una nuova governance per Agenti AI.
Ad esempio, l’Agente gestisce la navigazione ma allo stesso tempo pianifica viaggi, prenota ristoranti, legge la posta elettronica e seleziona eventi profilati in base alle tue preferenze, con un semplice comando vocale.
In pratica, utilizza i dati di geolocalizzazione non solo per fornire indicazioni, ma anche per prendere decisioni autonome (in delega, appunto) su come ottimizzare il tuo tempo e migliorare la tua esperienza.
Tutto ciò richiede un livello di fiducia, sicurezza, consapevolezza e responsabilità riguardo a come e perché il consenso all’uso dei dati viene gestito e condiviso nel tempo con terze parti.
Ecco il cambio di paradigma.
Trattare, quindi, il dato come prova sin dalla progettazione attraverso principi e protocolli provenienti dalla digital forensics, applicando il principio di riproducibilità del dato, per definire una nuova governance per Agenti AI.
La domanda di base rimane la stessa: geolocalizzazione, cosa accettiamo quando decidiamo di condividerla?
Il TG di Teleticino ha dedicato un servizio a questo tema, con una mia intervista curata da Samuele Quadri.
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