
Hacker e Dark Web al Giardino di Albert
Hacker e Dark Web è un binomio sempre più sotto i riflettori della cronaca nera.
Vuoi per l’incremento della cyber criminalità, che trova nella parte sommersa della rete un alleato per vendere e scambiare prodotti illegali, vaccini e passaporti vaccinali compresi, ma anche perché è il luogo in cui a molte persone vengono rubate le identità digitali.
Essi lo fanno spinti anche dalla curiosità che ruota attorno al Dark Web. Un proverbio inglese cita “La curiosità uccise il gatto”.
Nonostante lo slogan da chi ha sviluppato lo strumento per navigare nel Dark Web sia “Naviga in Privato. Esplora liberamente. Difenditi contro tracciamento e sorveglianza. Evita la censura”, ricorda che nei bassi fondi della rete i contenuti sono in prevalenza illegali, per cui ciò che visiti, scarichi e cerchi pone delle grandi responsabilità, che possono portare a spiacevoli sorprese a corto, medio e lungo termine.
Non si può improvvisare, la preparazione è importante.
Nel tempo con il Servizio di informatica forense della SUPSI, che dirigo dal 2011, abbiamo formato le Autorità Giudiziarie sui vari aspetti da considerare per evitare di commettere errori durante le investigazioni digitali nel Dark Web.
Per evitare di imbattersi in spiacevoli sorprese ho stilato un decalogo da conoscere per avvicinarsi al Dark Web, e più in generale al Deep Web, con prudenza, responsabilità e consapevlezza.
Il Giardino di Albert, il settimanale di divulgazione scientifica della Radiotelevisione svizzera – RSI – ha dedicato un servizio al tema “Hacker e Dark Web”, curato da Christian Bernasconi e Cecilia Broggini.
Il servizio è stato girato presso il Centro svizzero di calcolo scientifico (CSCS) di Lugano.
Con piacere ho accettato l’invito a partecipare al servizio condividendo alcune riflessioni sul tema.
» Guarda la puntata del Giardino di Albert (min. 35)
» Hai domande? Scrivimi